Un’artista
tra il reale e il surreale

Nata a Firenze, è vissuta in un ambiente culturale impregnato dalla musica di nicchia e dall ‘arte, dove il fare arte era collegato sempre a fare cultura. Si avvicina giovanissima alla pittura iniziando a sperimentare passando da generi informali a generi surreali. Raggiunge la sua maturità artistica nel 2015 che è andata di pari passo con la crescita personale. Ora propone un tipo d’ arte di genere tra reale e surreale, tra realtà e viaggio onirico, creando un file Rouge obbligatorio con l’osservatore per condurlo dove l’artista vuole.

Un’artista
tra il reale e il surreale

Nata a Firenze, è vissuta in un ambiente culturale impregnato dalla musica di nicchia e dall ‘arte, dove il fare arte era collegato sempre a fare cultura. Si avvicina giovanissima alla pittura iniziando a sperimentare passando da generi informali a generi surreali. Raggiunge la sua maturità artistica nel 2015 che è andata di pari passo con la crescita personale. Ora propone un tipo d’ arte di genere tra reale e surreale, tra realtà e viaggio onirico, creando un file Rouge obbligatorio con l’osservatore per condurlo dove l’artista vuole.

Riflessioni
sul percorso artistico

Antonella Iris De Pascale asserisce “io guardo a lungo osservo luoghi, persone, cose, sento e narro nella mia pittura aspetti invisibili che si rendono visibili al fruitore dell’opera, lei che non è solo una pittrice o una fotografa, ma una arteterapeuta, mirabilmente trova nel linguaggio figurativo “simulacri d’istanti fuggiti” che “riemergono non già da nebbie o da vapori quanto piuttosto da mobili veli di una memoria che insiste nel volerla riportare alla luce.” Esprimendosi con una moltitudine di modalità rappresentative mette in scena storie reali che sono sì, sguardo su sé stessi, ma anche osservazione di quanto ci circonda e ci permette di crescere, esperire, vivere. Il suo segno significante sono le figure di donne volanti sempre presenti, che rappresentano, il suo io invisibile, l ‘anima che volteggia in ogni dove e in ogni quando. Un paradigma di tante, tante tecniche diverse, frutto di una diuturna e continua ricerca, si uniscono funzionalmente per un unico risultato: una composizione armonica, che spesso prosegue anche quando lo sguardo si distoglie. Cosi rimane nella mente di chi lo guarda per continuare a parlargli, a sussurrare, per far tornare indietro l’osservatore a cercare un particolare captato, ma non connotato. Le opere vivaci intense, colorate, attraggono l’occhio decisamente verso il centro, ma, per chi vuole guardare ancora, proseguono forti anche oltre, ridondanti di significati che soffrono nei limiti della tela e perciò proseguono fino al limite del possibile sulla cornice, perché il volo non può avere parzialità di spazio Si nota un’organizzazione controllata seppure istintiva dei motivi e dei piani, con simbologie raffinate. Si apprezza l’originalità e come tutte le opere si figurative, ma con contenuti oltre il visibile(surreali), si prestano a interpretazioni personali, affatto scontate.

Riflessioni
sul percorso artistico

Antonella Iris De Pascale asserisce “io guardo a lungo osservo luoghi, persone, cose, sento e narro nella mia pittura aspetti invisibili che si rendono visibili al fruitore dell’opera, lei che non è solo una pittrice o una fotografa, ma una arteterapeuta, mirabilmente trova nel linguaggio figurativo “simulacri d’istanti fuggiti” che “riemergono non già da nebbie o da vapori quanto piuttosto da mobili veli di una memoria che insiste nel volerla riportare alla luce.” Esprimendosi con una moltitudine di modalità rappresentative mette in scena storie reali che sono sì, sguardo su sé stessi, ma anche osservazione di quanto ci circonda e ci permette di crescere, esperire, vivere. Il suo segno significante sono le figure di donne volanti sempre presenti, che rappresentano, il suo io invisibile, l ‘anima che volteggia in ogni dove e in ogni quando. Un paradigma di tante, tante tecniche diverse, frutto di una diuturna e continua ricerca, si uniscono funzionalmente per un unico risultato: una composizione armonica, che spesso prosegue anche quando lo sguardo si distoglie. Cosi rimane nella mente di chi lo guarda per continuare a parlargli, a sussurrare, per far tornare indietro l’osservatore a cercare un particolare captato, ma non connotato. Le opere vivaci intense, colorate, attraggono l’occhio decisamente verso il centro, ma, per chi vuole guardare ancora, proseguono forti anche oltre, ridondanti di significati che soffrono nei limiti della tela e perciò proseguono fino al limite del possibile sulla cornice, perché il volo non può avere parzialità di spazio Si nota un’organizzazione controllata seppure istintiva dei motivi e dei piani, con simbologie raffinate. Si apprezza l’originalità e come tutte le opere si figurative, ma con contenuti oltre il visibile(surreali), si prestano a interpretazioni personali, affatto scontate.

Ritratto di Donna Negata, ma l’anima vola libera, diventa un racconto.

 

Eravamo a casa di Antonella Iris De Pascale, a seguito della sua prima esposizione in collaborazione con Agarte, e il discorso si è spostato sul suo quadro chiamato “Ritratto di Donna negata”(ma l’anima vola libera). È venuta così l’idea di creare un racconto attorno a quell’opera così suggestiva. Un incontro che è commistione di due arti, pittura e scrittura, che anche da sole spiegano il mondo. Insieme sono potenza.

 

La protagonista che abbiamo creato, è una giovane adulta vogliosa di esplorare il mondo e che vuol fare dei suoi viaggi un lavoro di studio e conoscenza. L’aspirante archeologa si troverà però invischiata in qualcosa molto più grande di lei, un modo di vivere sconosciuto alla maggior parte degli occidentali. Imparerà molto da tutte le persone che incontrerà nel suo percorso e farà tesoro di quest’esperienza unica nel suo genere.

 

“Jîn Jîyan Azadì” nasce dal quadro di Antonella ed è un racconto ispirato a fatti veri noti a tutti. È dedicato alle donne iraniane che non hanno abbassato la testa mai, ma anzi l’hanno alzata e mostrata senza veli e senza paure. È dedicata agli uomini iraniani, quelli coraggiosi e forti che non hanno esitato a spalleggiare le proprie sorelle. È dedicata a chi combatte contro un sistema repressivo e violento. A chi combatte in direzione ostinata e contraria, a chi ama più gli esseri umani che l’umanità, a chi è fatto di fragilità e non di certezze, a chi ha davanti a sé un mondo migliore da realizzare.

 

“Jîn Jîyan Azadì”  donna vita e libertà