Fotografie

Credo in Rimbaud, in Bob Dylan, in Van Gogh, Henri Cartier Bresson ed in tutti coloro che attraverso l’arte hanno indirizzato le loro emozioni e per la fattispecie la loro rabbia. Cosi, molti artisti, con lapis, gauche, tempera e obbiettivo e parola, hanno lasciato il segno significante di sé per far conoscere i soggetti che sono diventati i protagonisti del quadro della vita legata al colore, alle immagini alle parole e alle emozioni. Il lapis ha segnato il labirinto del tempo, il filo di rabbia e di dolore dentro il quale talvolta con tinte forti e con sfumature impercettibili è stata vissuta la storia di ognuno. Tutto questo per personificare il passato e ridisegnare la geografia degli antichi sentieri dell’amore, del dolore della felicità e del dilemma esistenziale. Quanto meglio di un quadro, una fotografia, una poesia, una melodia, lascia traccia di sé come un fotogramma di un film, dal ricordo passato, al sogno, a quel che sarà, rendere visibile l’invisibile per creare nuove realtà e vedere nel visibile molto di più, oltre.