Destino, la leggenda del filo rosso

Antonella Iris De Pascale, con il suo quadro “Destino, la leggenda del filo rosso”, esplora visivamente la leggenda orientale del filo rosso del destino, un antico concetto cinese e giapponese.

Esso narra di un filo invisibile che lega ogni persona alla propria anima gemella.

Al centro dell’opera, un intreccio di mani tese simboleggia la ricerca di questo legame predestinato.

Mentre la presenza di un orologio e una griglia numerica richiama la dimensione del tempo, sottolineando il peso ineluttabile del destino.

Il filo rosso, che serpeggia tra le figure, è simbolo di connessione e destino, evocando la complessità dei legami umani.

Nella parte inferiore del quadro, il “taglio delle corde” rappresenta un rito sciamanico di liberazione.

Suggerendo la necessità di rompere quei legami che ostacolano il cammino verso la realizzazione del proprio destino.

Filosoficamente, l’opera riflette sulla tensione tra il destino già tracciato e il libero arbitrio.

Se il filo rosso rappresenta il destino ineluttabile, il taglio delle corde simboleggia l’intervento umano, la possibilità di riscrivere il proprio percorso attraverso scelte e azioni consapevoli.

“Destino, la leggenda del filo rosso” invita il pubblico a riflettere sul modo in cui affrontiamo i legami invisibili che governano le nostre vite.

Racconta su come possiamo riconquistare il nostro futuro attraverso consapevolezza e trasformazione personale.

Destino, la leggenda del filo rosso

L’attuale lavoro e progetto artistico di Antonella Iris de Pascale è costituito da una ricerca tecnica focalizzata sulla scelta di modalità operative che vanno dalla fotografia alla pittura.

Le composizioni, in uno scenario sospeso tra reale e surreale, suggeriscono ricordi ed immagini dei trascorsi vissuti dall’artista.

 

Che come in un libero flusso di pensieri riesce a narrare le emozioni più recondite.

La tecnica impiegata crea un mixed media unico nel suo genere e che ben si adatta alle visuali di un’artista dalla narrazione ricercata e particolareggiata.

 

Le fotografie, rielaborate sia in maniera digitale che manuale, vengono mescolate ad un approccio più tradizionale e manuale con l’ausilio di medium pittorici.

I soggetti sono luoghi onirici, vedute realistiche e atmosfere ricercate che Antonella scompone per poter poi ricomporre in quell’unicità che è il quadro finale.