Ritratto di donna negata

RITRATTO DI DONNA NEGATA

“Solo tu donna negata… Hai la possibilità di esistere nelle tue poliedricità attraverso la tua anima che nessun luogo cultura e religione può ingabbiare. L’anima e la creatività hanno sempre la possibilità di esistere e continuare a vivere narrando.”

 

Con queste parole l’artista Antonella De Pascale introduce l’opera Ritratto di donna negata (ma l’anima vola libera), un lavoro di digital art del 2015 con la quale giunge alla XIX Collettiva Internazionale di Pittura, Scultura e Fotografia del progetto Arte a Palazzo. Parole che accompagnano una scelta tematica prima che figurativa, che offrono una chiave di lettura dell’opera che va oltre il visibile.

È ancora la De Pascale ad asserire: “io guardo a lungo osservo, sento e parlo dell’invisibile che si rende visibile al fruitore dell’opera”, lei che non è solo una pittrice o una fotografa, ma una arte terapeuta ed una esperta in psicologia dell’arte e che, mirabilmente trova nel linguaggio figurativo “simulacri d’istanti fuggiti” che “riemergono non già da nebbie o da vapori quanto piuttosto da mobili veli di una memoria che insiste nel volerla riportare alla luce.”

Tutto ciò le ha permesso di seguire istintivamente una moltitudine di modalità espressive intraprendendo un percorso che è sì sguardo su sé stessi ma anche osservazione di quanto ci circonda e ci permette di crescere, esperire, vivere.

Un eclettismo che si ritrova in molti suoi lavori, missaggi di varie tecniche e stili che esprimono oggi una primitiva timidezza che l’affliggeva da bimba, sino a che, proprio in una lezione d’arte alle scuole medie, le diede la forza di rompere ogni sovrastruttura tale da ingabbiare il suo animo; emblematicamente apportò dei graffi, dei segni e delle macchie di colore su una tradizionale natura morta assegnata dall’insegnante. Tale rivoluzione non fu sedata ma incitata e lo slancio emozionale ed inconscio potè emergere in tutta la sua forza. Da allora è trascorso qualche anno e la De Pascale, attraverso la sua professione, oltre che la sua arte, lavora affinché nessuno resti ingabbiato entro qualche limite imposto.

Ritratto di donna negata (ma l’anima vola libera) come già esprime il titolo, è un’opera dalla forte valenza culturale e sociale. Soggetto è una donna cui la società impone un velo, una negazione identitaria, nonostante la pelle possa portare segni tatuati con l’henné, simbolo di tradizioni antiche, come sottolineate anche dalla parete maiolicata alle spalle della donna, a segnare il fulcro del disegno che nega ogni figurativismo umano. Ciononostante, la De Pascale, opera una frattura profonda: sul velo color arancio Ella ha raffigurato una leggiadra figura femminile, nuda, che, eterea, si libra in un sinuoso volo verso un altrove.

Antonella De Pascale, in tal modo, tenta una catarsi profonda per tutte quelle donne la cui società d’appartenenza determina una continua negazione individuale, come l’obnubilamento dello sguardo sul mondo e su sé. La negazione dello status di donna, in definitiva. La semiotica dell’opera in catalogo ben si offre come narrazione drammatica carica di pathos, recando con sé ben più che un’immagine simbolica, ma una intera problematica che, ancora oggi, affligge il genere femminile nel nostro mondo, anche quello della cultura mediterranea a noi così vicina.

La poetica di Antonella De Pascale non è solo, dunque, la propria osservazione e traduzione in immagine del mondo; essa rappresenta una sua raffigurazione, certamente, ma anche ed in special modo, una volontà di intraprendere un viaggio tra le anime ferite, deboli, cui poter offrire appiglio salvifico.

Azzurra Immediato